Da quanto sono seduto qui? Soltanto Dio sa da quanto tempo sono seduto qui; nella gioia del Sé, l’odore della terra fragrante. Questo è il messaggio: le cose più semplici della vita donano gioia al suo grado massimo. Non eterna, ma sono le cose più semplici, le più ordinarie, quelle che danno una gioia più duratura. Si tratta dello stato di Ananda Samadhi, nel quale entro spesso.
Non so da quanto tempo io sia seduto qui, ma nella meravigliosa atmosfera dell’ashram, sono a casa. La grazia del divino mi ha collocato in un luogo speciale, che mi permette di andare in profondità dentro il mio vero Sé e, di ritorno, di servirvi tutti come il mio Sé più ampio.
Quando si procede in questi stadi, si raggiungono livelli di conoscenza sempre più profondi del nostro vero Sé. Ma poi arrivano momenti che io definisco “la traversata del deserto”. Sul sentiero della meditazione di ognuno di noi arriva sempre un periodo arido, di maggior fatica, che non dà alcun risultato.
Attraverso la mia esperienza posso dirvi che quando attraversate questo periodo di meditazione arida, dove non vi sembra di fare alcun progresso nonostante meditiate giorno e notte, ciò che dovreste fare è di entusiasmarvi del vostro stato di realtà, affermando: “luce divina sono io, questo corpo è solo un sogno mio: io sono la luce”.
Quest’affermazione vi risveglia dalla noia del Kriya Yoga e vi dà un pensiero nuovo con cui alimentare e nutrire la vostra coscienza, come descritto in una mia bella poesia, il cui significato è il seguente: nella vostra condizione, nello stato in cui siete, sappiate che voi, la cara coscienza, siete un viaggiatore in questo mondo mutevole di Maya. Voi e la coscienza siete la stessa cosa, ma siete il viaggiatore e non gli stati mutevoli di Maya, come il giorno e la notte, la gioia e il dolore, la luce e il buio. Rispetto a tutte queste cose, voi siete lo sfondo costante di pace eterna.
“In questo stadio, oh divino, riconosci di essere il viaggiatore in queste terre”. Non siete questa dimora di carne ed ossa, dovete ripetervelo costantemente, siete la coscienza divina immortale. “Non sono né il corpo né la mente, sono il Signore del radioso splendore”. Se continuate a ripetere che non siete il corpo fisico o la mente, ma il Signore dello splendore radioso, riceverete una nuova spinta, una nuova energia. In quella noia della pratica costante del respiro Kriya e della meditazione che attraversiamo tutti, ad un certo punto ripetete che siete il Signore dello splendore radioso, perché questo vi darà nuova ispirazione a proseguire.
Ed è vero, poiché siete la scintilla di Dio, siete il Signore del radioso splendore. Se lo affermate, riceverete nuova ispirazione per muovere il respiro del Kriya Yoga con maggior entusiasmo e nel vostro respiro affluirà più luce.
Alcune persone riescono a visualizzare più facilmente la luce, altre riescono ad udire con più facilità il suono: qualunque sia la vostra capacità di visualizzazione, impiegatela per elevare, nutrire o recuperare la vostra coscienza dal fremito dei sensi.